Come vedere Varanasi: la mia città preferita in India

che cosa è un brand

Yogi | consulente di comunicazione | nomade digitale

Sviluppo idee creative per aiutare brand e destinazioni a trovare clienti grazie a contenuti web mentre gestisco male la mia dipendenza da viaggi e caffeina.

Capire come vedere Varanasi è importantissimo.

Mi chiamo Silvia, sono una consulente di comunicazione e nomade digitale. Ho vissuto due mesi in India e questa è la mia lente per leggere questa città incredibile.

Se c’è un suono che, nella mia mente, rievocherà per sempre il pensiero di Varanasi, è quello della musica incessante ad altissimo volume dell’ultima notte prima di partire, sovrastata di tanto in tanto dal muggito delle mucche.

Quel rumore è Varanasi.

 

È il caos di una città che racchiude in se il cuore pulsante dell’India, delle sue tradizioni, credenze e contraddizioni. 

Varanasi è il luogo in cui si viene per sposarsi,

ed è quello in cui si cerca di morire .

Nel credo Hindu infatti, morire a Varanasi porta ad ottenere la Moksha, ovvero la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni.

come vedere Varanasi

 

Un ragazzo qui mi ha detto:

chi viene in India senza vedere Varanasi non ha visto niente dell’India, ma basta venire a Varanasi per vedere tutta l’India”.

Una affermazione un po’ semplicistica forse, ma che rende davvero l’idea.

Come forse in nessun’altra città, a Varanasi si fa esperienza dell’India. Si tocca l’importanza della religione nella cutlura indiana,  e qui si possono osservare le pratiche e la stratificazione sociale che ne conseguono.

Camminare lungo il Gange, (Ganga come si chiama qui), non è un’esperienza leggera.

Apprezzare Varanasi quindi significa riuscire ad amare l’India reale, quella fatta di disuguaglianza e povertà estrema, ma anche di spiritualità, folklore, ritualismo e bellezza. 

 

Varanasi è la città più bella che ho visto in India.

 

Come visitare Varanasi

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Varanasi si sviluppa lungo il fiume sacro Gange, qui avvengono rituali propiziatori all’alba e al tramonto, cremazioni e il flusso abituale della vita in città. Gli abitanti si lavano nel fiume, vendono tragitti in barca, tessuti e chai tea.

Al Gange si accede da più di 80 ghat che collegano la passerella del fiume alla città vecchia.

Ci sono due grandi crematori che operano costantemente ogni giorno.

Camminando lungo il fiume si viene fermati in continuazione da locali che molto orgogliosamente spiegano il funzionamento dei rituali.

I rituali a Varanasi: funerali e matrimoni

Quando si pensa a come vedere la città di Varanasi serve soffermarsi sui rituali e sulla stratificazione sociale in caste.

La suddivisione della società in caste, non è riconosciuta dalla Costituzione ma continua ad esercitare un ruolo predominante nella società indiana.

Camminando lungo il fiume infatti un ragazzo mi fa sapere che esistono addirittura crematori diversi per persone appartenenti a caste diverse.

I rituali funebri

I rituali funebri prevedono diversi passaggi.

Le salme vengono immerse una prima volta nel fiume per essere purificate dai peccati commessi in vita, poi vengono riportare nelle case in attesa della cremazione.

Familiari, e soprattutto le donne, non partecipano al rito della cremazione perché si dice che il loro pianto porterebbe tristezza per l’eternità al defunto.

Una volta cremate, i resti dei corpi vengono gettati nel fiume sacro, dove trovano pace eterna.

Ci sono alcune salme che però non vengono sottoposte alla cremazione: le donne in gravidanza, i bambini al di sotto dei 10 anni, i lebbrosi e chi viene morso da un serpente.

Queste persone sono già considerate pure, così i loro corpi vengono gettati nel Gange immediatamente dopo la morte.  

Ho visto galleggiare il corpo di un bambino abbena nato durante la mia permanenza.

Quella immagine, indubbiamente forte mi ha fatto riflettere sulla pudicizia della tradizione occidentale rispetto a quella indiana.

Per noi è impensabile gettare il cadavere di un bambino in un fiume, o in generale lasciarlo in vista. Durante le nostre veglie funebri i morti sono adagiati nelle bare.

Benché siano aperte solo chi si sente “preparato” entra negli obitori per salutare le salme o esprimere la propria vicinanza alle famiglie.

E’ come se noi occidentali dovessimo proteggere la nostra mente dall’idea della morte e porre un telo su qualsiasi cosa la nostra percezione non è in grado di gestire.

Come il corpo senza vita di un bambino di pochi mesi.

Eppure la morte fa parte della vita ed esiste in ogni luogo del mondo, così come in ogni luogo, provoca dolore per chi resta. In India, dove quel bambino è stato gettato nel Gange, come nella mia città, dove si usano bare bianche.

 

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I matrimoni

A Varanasi si festeggiano anche moltissimi matrimoni ogni giorno, per quasi tutto l’anno. 

E’ una forte usanza sposarsi a Varanasi.  Durante i giorni in città, ho avuto modo di partecipare a uno al quale erano stati invitati per caso i due ragazzi incontrati nell’appartamento di Shunya (il nostro host di couchsurfing). 

Gli stranieri sono una sorta di attrazione turistica per i locali per questo non è difficile essere invitati a un matrimonio se si cammina tra i quartieri meno turistici della città.Il luogo della festa era riconoscibile da almeno 100 metri di distanza. Una quantità di luci e fiori che mettevano decisamente in discussione l’dea del matrimonio in grande all’italiana.

Un passo dentro e in un secondo siamo circondati dalle attenzioni di tutti che ci invitano a mangiare, addirittura imboccandoci.

La sposa aspetta dentro la struttura del ricevimento l’arrivo dello sposo; solo dopo il suo arrivo si mostra agli invitati. Agli uomini non è consentito entrare a vederla, io, donna, vengo invitata nella sua stanza.

Timidamente e con rispetto raggiungo la sua camera, la ringrazio per la partecipazione e le chiedo come si sente, se è felice, nervosa o eccitata.

Non scorderò mai il suo sguardo.

Immediatamente una parente inizia a rispondermi per lei: “She is very happy, no she isn’t nervous, she is happy, she is fine”.

A me non sembrava affatto felice, ma non so quanto questo dipenda dalla distanza culturale tra di noi.

Come approcciarsi a Varanasi quindi? Questo è un luogo per tutti?

Varanasi è una città da vedere con apertura, rispetto e reverenza. Oltre a comprare tessuti nella città vecchia, camminare lungo in Gange e raggiungere il Golden Temple, a Varanasi si deve fare uno sforzo di introspezione.

Varanasi è tosta, è un macigno sullo stomaco e visitarla con leggerezza non è possibile.

Quindi non inserirla a forza nel tuo intinerario di viaggio. Non andarci se non sei pronto a scontrarti con immagini disturbanti.

Ma non fraintendermi, io ho amato Varanasi.

Qui ho mangiato le samosas più buone dell’India, conosciuto persone meravigliose, esplorato dentro e fuori di me.

Ci tengo però a sottolineare che questa, non è una città per tutti.

Varanasi è l’essenza dell’India

come vedere Varanasi

Tutti dicono che l’India o la ami o la odi.

Per me le sensazioni si intrecciano.

Il traffico e la burocrazia hanno la capacità di farti saltare i nervi ogni dieci minuti. Così come l’insistenza dei procacciatori d’affari o gli sguardi degli uomini che ti fissano indisturbati durante ogni singolo movimento.

Il sistema sociopolitico perpetua una gerarchia di classe tra le più inegualitarie del pianeta. 

Ma l’India è anche la bellezza e l’unicità di una cultura antichissima, sono donne e uomini che hanno combattuto per tre secoli per ottenere la propria libertà e che tutt’ora stanno combattendo per l’uguaglianza sostanziale di diritti e opportunità.

L’India è tradizione e sacralità, cultura, storia, sofferenza e ironia.

 

Si dice “Incredible India” e in effetti l’India è incredibile nelle sue contraddizioni.

Per me è come il suo cibo spaziale. Un mix di spezie che provoca una esplosione di sapori e di percezioni diverse: a volte innamora, altre disorienta e molto spesso brucia. 

Silvi

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