Voglio raccontarti del pomeriggio di ieri.
Della bellezza di un raggio di sole che rompeva il buio su questo letto che una volta era di mia nonna.
Del calore di nuove abitudini.
E della bellezza di ritrovare quelle passate.
Nel mio lavoro viaggio spesso nelle storie degli altri.
Nei loro cambiamenti, nei loro valori, nei loro sogni.
Avere il compito di dargli voce è una sfida e un privilegio che abbraccio ogni volta in punta di piedi.
Questo confronto però mi aiuta anche ad allenare la prospettiva.
Perché se c’è una cosa che accomuna ogni professionista con cui ho collaborato, quella è l’incapacità di vedersi per intero.
Di cogliere tutte le sfumature, di vedersi nella totalità del proprio valore.
E allora ieri, quando ho chiuso il pc dove cercavo di riportare l’importanza di tutto questo nel concept di una lezione, ho guardato alla mia di strada.
Iniziata proprio in questo appartamento che era di mia nonna, qualche anno fa.
Ho pensato all’importanza che ha avuto tutto questo,
All’abbondanza che mi circonda e per la quale sono grata.
E all’eccitazione per tutte le sfide che mi aspettano.
Poi ho messo le mani in pasta e ne é uscita una torta atomica.
E no, come al solito, non l’ho fotografata prima di assaggiarla.
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