Legami fortissimi anche se fluidi, pochi oggetti in uno zaino, la strada, il sogno, l’orizzonte aperto.
Siamo una specie strana noi viaggiatori.
Sempre divisi tra la nostalgia delle nostre famiglie a casa,
e quel bisogno irriducibile di scoperta che ci impedisce di restare quando torniamo.
Finiamo, noi, per non appartenere ad alcun luogo e un po’ a tutti allo stesso tempo.
C’è un po’ di noi dappertutto,
nei sogni detti ad alta voce perché lontano da dove si è nati tutto è possibile,
negli amori che si consumano tra pochi sguardi, ma che non si scordano mai,
nelle amicizie fortuite che finiscono per durare una vita e farci trovare un tetto da Londra fino a Buenos Aires.
C’è un po’ di noi dappertutto ma noi non apparteniamo a nessun luogo.
Forse neanche a quello in cui siamo nati, perché ad ogni ritorno, per quanto bellissimo, ci sentiamo un po’ più estranei.
Se vuoi metterci in crisi puoi chiederci cose come: “che progetti hai?” (non perché non ne abbiamo ma perché son sempre un po’ strani).
Oppure “dove vivi?”, o anche, “di cosa ti occupi?” (questa ammetto è la peggiore e ringrazio di cuore la cara Emilie per avermi liberata da questo fardello. Se non sai di che parlo ma la domanda mette in crisi anche te guarda questo Ted talk)
Insomma non è che le risposte non le abbiamo è solo che assomigliano di più a quelle dei bambini che fantasticano col naso all’insù che alle più comuni che ti aspetteresti da un* trentenne.
Noi non ci arrendiamo all’idea di accontentarsi.
Ecco credo che questo sia il nostro problema.
Siamo una specie strana noi viaggiatori.
Sempre con la testa tra le nuvole.
Forse perché ci siamo concessi di credere che nella vita si può anche essere liberi.
Ci siamo concessi di credere che ci sia spazio per giocare anche da grandi.
Che poi “grandi” cosa vuol dire davvero?
Ci siamo concessi di credere che non vale la pena far carriera per la tanto bramata riprova sociale.
Ci siamo concessi di credere che in fondo si può sempre scegliere.
Brutta roba questa, non te l’auguro.
Così, alla fine, scegliamo sempre di pancia, a cuore aperto, perché la vita è una, e diamine se non vogliamo sprecarne neanche un attimo.
Noi l’abbiamo ben chiaro davvero.
E così ci lasciamo spesso alla fluidità degli eventi, delle persone che incrociamo, dei treni che perdiamo (perché tu non lo perdi mai il treno?), delle strade che ci aspettano e di tutte le esperienze che ancora non abbiamo vissuto.
Sempre affamati di vita, mai annoiati, sempre in ricerca.
Bestie rare siamo.
In un mondo che piange la mancanza di stabilità noi la benediciamo.
L’unica sicurezza che cerchiamo è quella di poter restare liberi di scegliere, di cambiare, di vivere a polmoni pieni.
L’unica sicurezza che cerchiamo e quella di poter vivere con verità.
Ogni minuto, ogni solitudine, ogni incontro, ogni orizzonte nuovo.
ogni treno che ri-perderemo.
A ogni viaggiatore che ho avuto il privilegio di incontrare, grazie dal profondo del mio cuore.
A ogni non viaggiatore un avvertimento:
su di noi puoi avere due certezze – la nostra casa sarà sempre la tua, ma a un certo punto ripartiremo sempre.
Silvi
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